Per un pugno di torta

Santo era un ragazzotto piuttosto basso, tarchiato, scomposto e, sfortunatamente, era evidente a tutti che madre natura non fosse stata gentile con lui.
Aveva un cervello funzionante, però, che lo rendeva ancora più infelice.
Mentre lo osservavo con tenerezza, dall’altra parte dell’aula, aggiustarsi gli occhiali da vista legandoli con un elastico intorno alla nuca alla maniera di un personaggio caricaturale di un film, pensavo che avremmo potuto fare amicizia e, forse egoisticamente, a quanto sarebbe stata più bella la sua vita in compagnia della mia allegria e della mia persona.

Niente di più falso.

Ogni minuto di tenerezza nel mio sguardo verso di lui dev’essergli pesato più di un macigno perché le parole affettuose che mi riservava all’inizio sono sempre di più diventate non-parole, silenzi e non solo…

Un giorno cercai il mio solito posto in aula e vidi che lui l’aveva occupato con la sua borsa logora per impedirmi di prenderne possesso.
Quel giorno non solo non spostò la borsa ma mi indicò persino il posto nella fila dietro dove mi sarei potuta sedere, cosa che io ovviamente non feci.

Lo invitai diverse volte a pranzo, offrendogli il cibo e l’ospitalità di un’amica.
Gli portai persino la colazione in classe, per rendere più piacevole la nostra giornata di studio.

Mi sono accorta solo ora di quanto questo tentativo di piacergli non fosse altro che una pacca sulla spalla dello storpio.

Ad aprirmi gli occhi è stato proprio lui, portandomi in classe un pezzo della sua torta fatta in casa, primo segno di amicizia per parte sua.
Mi passò da davanti, aveva infatti occupato sempre lo stesso posto, costringendomi a cercarne un altro, una piccola vaschetta, mi fece un mezzo sorriso e mi disse “eccola, questa è per te”.

Quando vidi la vaschetta, minuscola, rimasi senza parole: piccole briciole di torta al cioccolato erano sparse per la vaschetta, e, solo in un punto, formavano una pallina densa non più grande della mia falange.

Parevano i resti di una piccola battaglia tra formiche, quella che lui voleva portarmi a combattere, portandomi al suo livello.

One thought on “Per un pugno di torta”

  1. Prima di far del bene a qualcuno misura se il male che ne deriva lo puoi sopportare. Mai proverbio fu più azzeccato di questo. Ignoralo, questa sarà la tua vendetta. Lascialo perdere, è un mentecatto. Un bacione.

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